2023-10-23 La comunità scientifica inizierà a studiare seriamente gli UAP?

In questa intervista i professori Garry Nolan e Avi Loeb hanno parlato del futuro dello studio degli UAP “Unidentified Aerial Phenomena” (fenomeni aerei non identificati) e della loro possibile presa in seria considerazione da parte della comunità scientifica.

Il Prof. Loeb ha iniziato ritornando sulla estrema polarizzazione che, proprio come in politica, colpisce l’argomento: da un lato, la maggior parte degli scienziati che rifiutano di considerare la possibilità di spiegazioni non convenzionali, dall’altro lato i ferventi sostenitori delle ipotesi più inverosimili.

Durante il recente studio di oggetti veloci e misteriosi da parte degli astronomi ucraini, Avi Loeb ha appoggiato una spiegazione convenzionale (missili, proiettili) evidenziando un possibile errore nella valutazione delle distanze, piuttosto che dover fare subito appello a “fenomeni” sconosciuti della fisica. Ritiene poi che sull’argomento debba essere adottato un approccio scientifico più fondamentale e aperto.

Il prof. Garry Nolan è un rinomato immunologo e ha una cattedra nel dipartimento di patologia dell’Università di Stanford. Egli ha sottolineato che, in un approccio scientifico, non si devono rifiutare i dati che disturbano o sembrano falsi, ma al contrario interessarsene maggiormente e studiarli più in profondità.

Il criterio di prova accettabile differisce, infatti, da individuo a individuo, ma nell’approccio scientifico la disponibilità e la riproducibilità dei dati sono importanti per raggiungere il consenso. Quando sono disponibili solo dati preliminari, è molto importante essere in grado di condividerli e di farli verificare da terze parti. Nolan ha deplorato che alcuni scienziati agiscano più come credenti, che scienziati e che – inoltre – abbiano sempre la necessità di ottenere il consenso, attraverso pubblicazioni verificate, da esperti e da colleghi riconosciuti nel campo in questione.

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I professori Avi Loeb e Garry Nolan

Il prof. Loeb ha sottolineato come spesso ci sia conflitto tra i valori spirituali e i confini della scienza e ritiene che non si debba mai dare in anticipo un giudizio affrettato sull’esito di uno studio. Ha menzionato l’esempio dei matematici che stanno lavorando da più di cinquant’anni su ipotetiche dimensioni aggiuntive, senza ancora alcuna prova convincente della loro esistenza. Insiste poi sul fatto che dobbiamo essere umili e rispettosi dei dati, anche se disturbano le nostre convinzioni.

Il secondo punto importante nella scienza è il rapporto segnale-rumore: nel caso dello studio ucraino sopra citato, molto probabilmente la guerra ha  aumentato artificialmente il livello di “rumore” studiato, e ha quindi falsato i risultati dello studio.

Il prof. Nolan è stato contattato da un’agenzia governativa statunitense per condurre uno studio volto a capire come il loro personale militare avrebbe potuto essere ferito dagli UAP. A questo scopo ha quindi studiato gli effetti biologici (sangue alterato, ecc.) su alcune vittime con uno dei migliori dispositivi disponibili.

Loeb trova singolare la concezione della maggior parte dei cosmologi di un universo praticamente a disposizione della specie umana quando questa non sarà mai in grado di esplorarlo interamente, mentre il più delle volte respinge l’idea dell’esistenza di concorrenti molto più intelligenti nel nostro ambiente interstellare. 

Secondo Loeb, le credenze religiose amplificano ulteriormente questa percezione distorta della centralità dell’uomo nell’universo, mentre in realtà viviamo su un granello di sabbia sperduto tra un’enormità di spiagge infinite e irraggiungibili. Ha proseguito affermando che il nostro ego tende a darsi un posto centrale e a rifiutare la nostra evidente insignificanza cosmologica, aggiungendo che la Chiesa ha concluso da tempo che, adottando questa dottrina della centralità dell’uomo, avrebbe potuto attrarre più credenti e ottenere maggiori vantaggi politici.

Nolan discute poi la teoria della panspermia e il ruolo, probabilmente centrale, del meccanismo del DNA nello sviluppo da virus semplici fino alle specie viventi complesse. Secondo il suo parere sembra che esista una specie di “legge di Moore” che si applica alle specie viventi, vale a dire una complessità che evolve gradualmente e quasi esponenzialmente. Quando invece si analizza l’intervallo temporale dell’evoluzione della vita, questa sembra rivelarci un’origine risalente a circa otto miliardi di anni fa, almeno se le attribuiamo uno sviluppo lineare. Le soluzioni sono quindi due: o la vita non ha avuto origine sulla Terra, che ha solo 4,5 miliardi di anni – il che giustificherebbe la panspermia causata dai meteoriti – oppure c’è stata un’improvvisa accelerazione della complessità della vita sul nostro pianeta.

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Progresso

Loeb ha ricordato che, dopo meno di due secoli di progresso scientifico e tecnologico, l’umanità è sul punto di sapere come creare o cominciare a modificare le forme di vita, che nelle religioni sono prerogative esclusive di un Dio. Da questa prospettiva le possibilità di creazione di una scienza, più avanti milioni di anni rispetto alla nostra, sono enormi e addirittura al di là di ogni nostra immaginazione. Tali competenze scientifiche avrebbero potuto riunire la conoscenza della meccanica quantistica e della gravità, ottenendo risultati eccezionali difficilmente prevedibili per gli esseri umani di oggi e non realmente distinguibili da manifestazioni apparentemente divine. Aggiunge poi che dovremmo preparare il grande pubblico a questa possibilità di intelligenze al di là della nostra per evitare uno shock culturale troppo brutale.

Riguardo alla ricerca della vita nel sistema solare, Nolan ha spiegato che gli elementi necessari alla sua comparsa sono in gran parte presenti nello spazio e Loeb lascia intendere che l’improvviso aumento del livello di ossigeno sulla Terra avrebbe potuto essere legato a un improvviso apporto esterno di microrganismi capaci di produrlo; questo cambiamento nella nostra atmosfera fu un fattore determinante nello sviluppo della vita come la conosciamo sulla terra. Sostiene poi che il clamore attuale rispetto al riscaldamento globale potrebbe impallidire in confronto ai cambiamenti che il nostro pianeta potrebbe sperimentare a lungo termine, prima della scomparsa di ogni forma di vita sulla sua superficie, come è certamente avvenuto su Marte con la scomparsa della sua atmosfera.

Un aumento delle reazioni di fusione del Sole infatti potrebbe far evaporare tutti gli oceani della Terra in meno di poche ore.

Loeb ritiene poi che la maggior parte delle sonde interstellari siano state probabilmente lanciate quando le civiltà aliene si resero conto che non avrebbero potuto sopravvivere sul loro pianeta natale e conferma che questo sarà inevitabile anche per la specie umana tra un miliardo di anni o anche molto prima.

Nolan ritiene che le prove della vita biologica in altre parti del sistema solare avranno scarso effetto sulle credenze e sulle culture popolari.

La ricerca scientifica ci permette di svelare  continuamente l’ambito della realtà, qualunque esso sia, ma ciò potrebbe non essere necessariamente piacevole da accettare e da integrare nelle nostre culture, portando a notevoli conflitti con i le nostre credenze attuali.

Dichiarazione del Maggiore Generale John A. Samford sui dischi volanti, Pentagono, Washington, DC, 31/07/1952, Archivio Nazionale degli Stati Uniti, sotto Fair Use for Information

Storia

La considerevole stigmatizzazione del fenomeno UFO è un esempio perfetto di questi conflitti, ed è stata amplificata da 70 anni di occultamento di informazioni da parte del Pentagono, che si è sempre rifiutato di comunicare in modo trasparente sull’argomento.

Il Progetto Galileo consiste proprio nel rendere accessibili al pubblico i dati confidenziali sull’argomento, senza attendere passivamente i comunicati ufficiali delle autorità per avviare gli studi. Paradossalmente, i fondi destinati a tali progetti dipendono dalla decisione di comitati scientifici che spesso sono poco in sintonia con l’entusiasmo del grande pubblico per temi come gli UAP.

Questi comitati favoriscono lo studio della materia oscura o la teoria della super simmetria, della cui esistenza il grande pubblico di solito non è a conoscenza e di cui difficilmente si preoccupa. Ciò ha l’effetto di eliminare i finanziamenti alla ricerca innovativa senza tenere conto delle legittime aspettative del pubblico.

Il fatto che inviamo sonde spaziali rifiutandoci di stanziare fondi per cercare quelle potenzialmente inviate da altre civiltà è sintomatico di un fallimento accademico.

Per quanto riguarda lo studio che la NASA sta intraprendendo sugli UAP, alcuni sedicenti esperti hanno già preso una posizione molto negativa sull’argomento, ancora prima dell’inizio dei lavori. Così l’istituto SETI, che dovrebbe essere in linea di principio uno dei principali alleati di questa ricerca, ha annunciato un anno fa che si sarebbe totalmente rifiutato di parlare del tema UFO in tutte le sue conferenze. Sembra del tutto incoerente che un’organizzazione destinata alla ricerca civiltà extraterrestri si rifiuti di studiare i dati provenienti da sensori privati, o pubblici, che sollevano questo argomento; ciò dimostra un tentativo di controllo accademico al di fuori da ogni logica.

Riguardo all’avvistamento della Nimitz, Loeb ha sottolineato che è stata rilevata una flottiglia di oggetti e afferma che la corrente narrazione, in accordo con le misurazioni radar di un oggetto che ha percorso diverse decine di chilometri in meno di un secondo, potrebbe essere minata dalla presenza di un secondo oggetto simile.

Tuttavia, ritiene che le testimonianze dei militari siano sufficientemente interessanti da consentire l’avvio di ulteriori studi e lo sviluppo delle piattaforme con sensori multipli per poterli dispiegare nelle aree interessate, nel caso in cui tali incidenti si ripetano. Aggiunge poi che, se i dati militari registrati nel 2004 fossero declassificati e disponibili per lo studio scientifico, i criteri di prova richiesti in termini scientifici verrebbero rapidamente raggiunti e soddisfatti.

Proprio la possibilità che alcune civiltà siano riuscite a superare il filtro della loro estinzione planetaria e che la loro tecnologia possa essere rilevata sulla Terra è di per sé un formidabile messaggio di speranza e di futuro per l’umanità.

I professori Garry Nolan e Avi Loeb stanno forse incidendo i loro nomi con caratteri d’oro nella storia della scienza, fornendo le prove di ciò che sostengono? Gli studi in corso potrebbero confermarlo rapidamente.

Il video YouTube in lingua inglese e l’intervista originale (1h-20’) di questo sommario  può essere trovata  qui .

Traduzione : Piero Zanaboni

Immagine principale: immagine di Gerd Altmann per Pixabay

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