2023-10-23 Il professor Avi Loeb è in possesso di materiali interstellari di origine tecnologica?

Questa volta, in occasione dell’uscita del suo libro ”Interstellar: The Search for Extraterrestrial life” presso Booksxpress (USA), il 29 agosto 2023, il professor Avi Loeb ha dichiarato di avere “le prove di una provenienza interstellare dei campioni studiati, ipotizzando altresì che la loro origine potesse essere una tecnologia non umana”.   

Il libro fornisce i dettagli della sua spedizione che è riuscita a recuperare dei frammenti di un oggetto interstellare chiamato IM1, caduto nel Pacifico. 

Il professore sottolinea poi le enormi implicazioni di questa scoperta, cioè la probabile esistenza di vicini interstellari tecnologicamente sviluppati, che potrebbe essere sul punto di essere riconosciuta dalla maggior parte della comunità scientifica mondiale.

A prima vista si direbbe che Avi Loeb tenga ancora qualche cartuccia nella sua pistola, non avendo pubblicato tutti i dettagli scientifici della sua ricerca, ma si mostra molto fiducioso nelle sue conclusioni, ritenendo che questa scoperta sarebbe un passo molto importante per l’umanità e potrebbe ridurre la violenza dei conflitti e spingerci ad essere più uniti.

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Approccio sociologico

Il dottor Loeb si rammarica profondamente del fatto che l’umanità spenda attualmente centinaia di miliardi di dollari in attrezzature militari, mentre personaggi di riferimento del sentimento popolare come John Lennon, lui stesso testimone della presenza di un UFO di fronte al suo appartamento di New York, abbiano chiesto maggiore impegno per la pace di tutti i popoli.

Loeb spera che un messaggio del genere possa un giorno arrivare anche da specie molto più intelligenti di noi e suggerisce fortemente che le spese militari dovrebbero essere sospese a favore, tra le altre cose, dell’esplorazione da parte dell’umanità del nostro ambiente interstellare, utilizzando sonde automatizzate.

Aggiunge poi che nella società attuale molte persone non cercano il consenso e l’accettazione delle differenze, ma cadono nella trappola di ghettizzare i propri valori e di ripiegarsi su sé stessi, cosa che può provocare conflitti, anche in ambito strettamente sociale. 

Gli algoritmi dei social media e i media in generale, amplificano pericolosamente questa compartimentazione delle culture, ma cercano, allo stesso tempo e in modo fazioso, di influenzarla, anche per trarne un significativo vantaggio. 

In questo contesto, alcuni finiscono per dubitare delle proprie classi dirigenti, mentre altri si sottomettono a esse. Avi Loeb difende l’idea che non dovrebbe esserci sfiducia nei confronti delle classi dirigenti e delle persone responsabili delle decisioni, per le quali votiamo.

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Evidenze scientifiche dalla composizione dei materiali

Il professor Loeb riprende l’argomentazione di Carl Sagan secondo cui “conclusioni straordinarie richiedono prove straordinarie” spiegando che, attualmente, le prove straordinarie possono essere ottenute solo investendo ingenti fondi. 

La ricerca sulla materia oscura, ad esempio, richiede già investimenti importanti senza la certezza di ottenere un giorno le prove conclusive della sua esistenza. Questo vale anche per altre importanti teorie fisiche, non ancora provate o confutate, come la teoria modificata della dinamica newtoniana MOND (“Modified Newtonian Dynamics”) o quella delle stringhe. 

La conferma che l’umanità non sia l’unica specie intelligente a sviluppare tecnologie, secondo la sua visione, meriterebbe importanti finanziamenti per la ricerca e chiaramente suscita in lui un visibile entusiasmo. Loeb spiega poi che non ci dovrebbe essere un doppiopesismo nei finanziamenti governativi e che milioni di dollari di soldi pubblici sono già stati spesi per la ricerca dell’ipotetica materia oscura, ma ben poco è stato investito nella ricerca della plausibile e probabile esistenza di altre forme di vita evoluta, sebbene tali indagini siano, oggi, alla nostra portata.

Inoltre, alla stragrande maggioranza dei contribuenti non interessa la validità di questa o quella teoria fisica, mentre la questione dell’esistenza di altre forme di vita è sempre più presente nella mente delle persone. Conclude infine affermando che questa ricerca dovrebbe essere la nostra priorità “numero uno”.

I dati balistici raccolti indicano che la meteorite IM1, il suo oggetto di studio, era più veloce del 95% degli oggetti celesti in movimento nel sistema solare e che l’oggetto, per la sua velocità e traiettoria, ha subito un’enorme abrasione all’ingresso nella nostra atmosfera; il materiale ha inoltre dimostrato una resistenza di gran lunga superiore a quella di qualsiasi altro meteorite mai registrato e una durezza superiore anche a quella del ferro (e maggiore di quella degli altri 272 meteoriti catalogati); ciò potrebbe anche essere spiegato dalla sua fitta struttura interna in acciaio.

Da qui nacque l’organizzazione di una spedizione marittima con un battello oceanico, in un’area di circa 11 km² attorno al punto di impatto, per recuperarne i frammenti, basandosi anche sui dati di un sismometro relativamente vicino, situato a 100 chilometri di distanza.

Raccogliendo le particelle con una particolare slitta magnetica, hanno poi dedotto, dopo un esame al microscopio, che potevano essere frammenti fusi della meteorite. Ciò è confermato dall’elevata concentrazione di queste particelle metalliche solo al centro della traiettoria calcolata.  

Avi Loeb non ha voluto rivelare l’esatta composizione durante l’intervista, prima della pubblicazione e della verifica del suo articolo da parte di diverse università e laboratori.

Ha aggiunto poi che nel caso di una sonda interstellare ci si aspetterebbe anche di trovare dei residui dell’elettronica di controllo. Sarebbe quindi la prima volta, nella storia della scienza, che l’origine interstellare di un oggetto, studiato collegialmente, fosse chiaramente dimostrata. 

Si può notare che in precedenza il dottor Garry Nolan, durante lo studio dei presunti detriti di UAP (“Unidentified Aerial Phenomena”, più noti come UFO), aveva già evidenziato composizioni diverse da quelle riscontrate sulla Terra.

Lo studio di Stein Jacobson dell’Università di Harvard ha dimostrato, dopo questa intervista, che cinque delle sferule nell’area centrale di campionamento erano costituite da una proporzione di elementi mai visti sulla terra e quindi molto probabilmente provenienti dall’esterno del sistema solare. In particolare, il contenuto di berillio (Be), lantanio (La) e uranio (U) è risultato superiore di un fattore 100 rispetto a quello del sistema solare e il dottor Jacobson ha chiamato questa abbondanza unica “BeLaU”. Nessuna delle sferule raccolte al di fuori della zona di impatto di IM1 presentava questa composizione.

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Secondo Avi Loeb i nostri cieli non dovrebbero essere classificati come segreti di difesa.

Dopo la testimonianza giurata di David Grusch, David Fravor e Ryan Graves davanti al Congresso degli Stati Uniti, Avi Loeb si è rammaricato che David Grusch non sia stato un testimone diretto dei presunti materiali “esotici” degli UAP, recuperati in segreto per decenni dagli Stati Uniti; si è mostrato comunque fiducioso negli sviluppi futuri, in quanto un comitato ristretto di nove persone potrebbe avere l’autorità necessaria per rivendicare questi materiali, presumibilmente in possesso di alcuni personaggi tuttora sconosciuti.

Ha sottolineato inoltre un difetto nell’utilizzo delle aziende private, vale a dire il loro interesse finanziario a beneficiare il più a lungo possibile dei sussidi statali e ha insistito sul fatto che i dati dovrebbero essere accessibili al pubblico, perché la questione UAP va ben al di là del segreto militare e della difesa nazionale. In altre parole, il nostro cielo non dovrebbe essere classificato come un segreto.

Ha infine evidenziato che non è impossibile che tutta questa storia sia stata inventata o distorta e che sarebbe preferibile analizzare le tracce materiali, come le sferule da lui recuperate, piuttosto che attendere delle decisioni politiche che portino ad una maggiore trasparenza.

Alla domanda se il governo abbia l’obbligo di mantenere segrete determinate informazioni, il professor Loeb ha affermato che si tratta di un approccio fuorviante. 

Secondo lui bisogna privilegiare un approccio graduale alla verità, in quanto una rivelazione troppo brusca potrebbe provocare stress e reazioni eccessive nella popolazione. Ha ricordato inoltre che l’approccio scientifico consiste nell’esplorare la realtà del nostro mondo senza filtri, senza trasformarla per ragioni ideologiche o per conforto psicologico.

Ha poi evocato l’incontro di Mosè con il “roveto ardente” come momento fondativo del nostro credo religioso, sottolineando che se all’epoca avessimo avuto attrezzature scientifiche, avremmo potuto analizzarlo senza interpretarlo soggettivamente. 

Loeb ritiene in definitiva che l’incontro con un’intelligenza extraterrestre, qualunque sia la sua natura, potrebbe rendere l’umanità migliore.  

Avi Loeb è stato oggetto di attacchi personali poiché i suoi studi hanno messo in dubbio delle certezze ben radicate. A ciò risponde che avrebbe ammesso il fallimento del suo studio sulle sferule, se i risultati fossero stati negativi, e che ha condotto uno studio scientifico perfettamente onesto. Paragona il suo lavoro a quello di un investigatore che cerca solo la verità e si pone l’obiettivo dell’eccellenza nelle sue analisi scientifiche per mettere a tacere i suoi detrattori. 

Egli ha ricordato inoltre che, riguardo all’oggetto “’Oumuamua”, fu in grado di dimostrare un grave errore, di un fattore dell’ordine di un milione, in un termine di un’equazione che avrebbe dovuto dimostrare che non si era verificata alcuna accelerazione artificiale prodotta da questo oggetto in partenza dal sole. Un articolo in tal senso è stato tuttavia pubblicato dal New York Times che si è rifiutato di correggerlo, nonostante il suo intervento segnalasse questo errore. Secondo lui ciò dimostra chiaramente che i suoi detrattori, per mancanza di apertura mentale, sono pronti a manipolare consapevolmente anche i risultati delle formule matematiche, con l’obiettivo di nuocergli e di screditarlo.

In seguito alla pubblicazione di questo tipo di articoli, parte del pubblico e della comunità scientifica sembrano ora essere più scettici, addirittura irritati, nei confronti della ricerca di Avi Loeb, nonostante l’entusiasmo per l’argomento affrontato. Con il pretesto di evitare il sensazionalismo, alcune riviste scientifiche sono arrivate anche a rifiutarsi di studiare i suoi lavori, il che è totalmente contrario a qualsiasi approccio scientifico. 

Avi Loeb ha citato anche la teoria della gravità modificata MOND, come un altro esempio in cui una reazione eccessivamente prudente ha interferito con il suo studio strettamente scientifico e oggettivo. 

Ha sottolineato ancora una volta come sia importante che la verifica sperimentale abbia la precedenza su qualsiasi orientamento ideologico, altrimenti questa forma di scienza sleale potrebbe rischiare di farci ritornare alle pratiche medievali. 

Ha anche chiamato appropriatamente  “Galileo” il suo progetto in riferimento a costumi di un’altra epoca…. 

Immagine principale: immagine di MasterTux da Pixabay

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